Monday, July 28, 2008

Resistance Memorial - Val Melaina

Monumento ai Caduti della Resistenza - Val Melaina

(English) Plaque devoted to fallen partisan members of communist formations, lived in Val Melaina council housing estate and its nearness.
The plaque, posed in 1954, is placed in Via Scarpanto 31, that runs parallel to Via di Valle Melaina, on the otuside wall of housing estate.
This complex, with fifteen staircases and seven floor buildings was completed in 1933, a typical example of council housing estate architecture of that period, with a wide (for the modern canons) court covered with trees, especially maritime pines.
This is a simple plaque, with the name of the fallens and a dedication from the inhabitant of the boroughs. Unusual, for a "Resistance Memorial Plaque" is use the character "V" for the letter "U". This use, the standard in the Ancient Rome, is normally avoid in resistance memorial, due the indirect linkage between "Ancient Rome" and "Fascist Epic". The small plaque is well preserved, but only due the recent restoration, after an act of vandalism made in in the night between 21 and 22 October 2004. The plaque was burned and marked with black paint, and restored only after some months.
The plaque is rembered every 25 April, and homaged with a funeral wreath by the 4th Municipality of Rome.
Here a translation of the plaque inscription:

HONOUR AND GLORY TO THE FOUR MARTYRS
OF VALLE MELAINA BARABAROUSLY KILLED
BY NAZI-FASCISTS
RIZIERI FANTINI     ANTONIO PISTONESI
RENZO PIASCO     FILIPPO ROCCHI
_____
THE INHABITANTS OF VAL MELAINA
MINDFUL OF SACRIFICE OF WHOM
THAT HAD FOUGHT AND GIVEN THE LIFE
FOR LIBERTY INDIPENDENCE AND PEACE
OF ITALY
POSED THIS PLAQUE
25 MARCH 1954
-
About the four fallen rembered on the plaque:
  • Riziero Fantini was born in Coppito, L’Aquila, the 6 april 1892, around him, and Mario Menichetti, was formed a cell of Italian Communist Party in Val Melaina. Fantini was born in a family of socialist ideas, in youth he was an anarchic actvist, an lived between 1910 and 1920 in the United States. At his return in Italy, he promoted the cause of Sacco and Vanzetti, and became a correspondet with Nicola Sacco. Before to went in Rome, were he worked as builder, he lived in Marche region for some years. In 1940 became a member of the Italian Communist Party. He was arrested the 23 dicember 1943, with his sond Adolfo e Furio, and the comradens Filippo Rocchi, Italo Grimaldi, Raffaele Riva, Antonio Feurra, Giovanni Andreozzi. Fantini was executed at Forte Bravetta the 30 december, with Feurra, Grimaldi, and the carabinieri Raffaele Pinto e Antonio Pozzi.
  • Filippo Rocchi, shopkeeper. He was born in 1909 in Fara Sabina, Rieti. He is rembered as a member of a cell part Banda Napoli group, named from the Franco Napoli, nicknamed Felice. Part of Banda Napoli was also the cell in what was a member Giuseppe Albano, "Il Gobbo del Quarticciolo", The hunchback of Quarticciolo, leader of a "Bandiera Rossa" formation in Centocelle and Quarticciolo boroughs. Rocchi was arrested the 23 dicember 1943, with Riziero Fantini, Fantini's sons Adolfo e Furio, and the comradens, Italo Grimaldi, Raffaele Riva, Antonio Feurra, Giovanni Andreozzi. He was killed at Fosse Ardeatine 24 March 1944.
  • Antonio Pistonesi and Renzo Piasco. The first, waiter, the second railwayman (laid off after hit not compliance with RSI), were among the inspirer of a cell of young workers that gravitated around the student formation ARSI, Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana, Italian Revolutionary Student Association. Both were arrested in 3 February 1944 roundup and killed at Fosse Ardeatine massacre, the following 24 March.

Val Melaina council housing estate, from Via Scarpanto, at the corner with Via Gorgona
Il complesso abitativo di Val Melaina, da Via Scarpanto, angolo Via Gorgona

(Italiano) Targa in memoria dei partigiani caduti , membri di formazioni comuniste, che vissero nel complesso di case popolari di Val Melaina e nelle sue vicinanze.
La targa, posta nel 1954, è situata in Via Scarpanto 31, parallela di Via di Valle Melaina, sui muri esterni del complesso di appartamenti.
Questo complesso, con quindici scale ed edifici di sette piani, fu completato nel 1933, un tipico esempio di architettura di case popolari di quel periodo, con un ampia (rispetto ai canoni moderni) corte interna, con giardino ed alberi, specialmente pini marittimi. È una semplice lapide, con i nomi dei caduti, ed una dedica da parte degli abitanti del quartiere.
Abbastanza raro per una targa in memoria della Resistenza è l'uso del carattere "V" per la lettera "U". Questo era la norma nelle iscrizioni dell'Antica Roma, ed è in genere evitata nei monumenti alla resistenza, visto il collegamento indiretto tra "Antica Roma" ed "Epica fascista". La targa è ben conservata, ma solo grazie ai recenti restauri, dopo un atto di vandalismo compiuto nella notte tra il 21 ed il 22 ottobre 2004. La targa fu bruciata ed imbratta con vernice nera, venne restaurata solo alcuni mesi dopo.
La targa è ricordata ad ogni 25 aprile, ed omaggiata con una corona apposta dal IV Municipio di Roma.

ONORE E GLORIA AI QVATTRO MARTIRI
DI VALLE MELAINA VCCISI BARBARIAMENTE
DAI NAZI-FASCISTI
RIZIERI FANTINI     ANTONIO PISTONESI
RENZO PIASCO     FILIPPO ROCCHI
_____
GLI ABITANTI DI VAL MELAINA
MEMORI DEL SACRIFICIO DI COLORO
CHE HANNO LOTTATO E DATO LA VITA
PER LA LIBERTÀ L'INDIPENDENZA E LA PACE
D'ITALIA
POSERO QVESTA LAPIDE
25 APRILE 1954

Sui quattro caduti ricordati nella lapide:
  • Riziero Fantini era nato a Coppito, L'Aquila, il 6 aprile 1892. Attorno a lui ed a Mario Menichetti andò formandosi una cellula del Partito Comunista in Val Melaina. Fantini era nato in una famiglia di idee socialiste, ed in gioventù fu un attivista anarchico, vivendo, tra il 1910 ed il 1920 negli Stati Uniti. Al suo ritorno in Italia, promosse la causa di Sacco e Vanzetti, divendendo un corrispondente di Nicola Sacco. Prima di trasferirsi a Roma, dove lavorava come muratore, visse nelle Marche per alcuni anni. Nel 1940 aderì al Partito Comunista. Fu arrestato il 23 dicembre 1943, assieme ai suoi figli Adolfo e Furio, ed i suoi compagni Filippo Rocchi, Italo Grimaldi, Raffaele Riva, Antonio Feurra, Giovanni Andreozzi. Fantini fu fucilato a Forte Bravetta il 30 dicembre, assieme a Feurra, Grimaldi ed i due carabinieri Raffaele Pinto e Antonio Pozzi.
  • Filippo Rocchi, commerciante. Era nato a Fara Sabina, Rieti, nel 1909. È ricordato come membro di una delle cellule della Banda Napoli, da Franco Napoli, nome di battaglia Felice. Parte della Banda Napoli era anche la cellula di cui era membro Giuseppe Albano, "Il Gobbo del Quarticciolo", capo di una formazione di "Bandiera Rossa" attiva a Centocelle e Quarticciolo. Anche Rocchi fu arrestato il 23 dicembre 1943, assieme a Fantini ed ai suoi figli Adolfo e Furio, ed compagni, Italo Grimaldi, Raffaele Riva, Antonio Feurra, Giovanni Andreozzi. Venne ucciso alla Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.
  • Antonio Pistonesi a Renzo Piasco. Il primo cameriere, il secondo ferroviere (licenziato dopo la mancata adesione alla RSI) tra gli ispiratori di una cellula di giovani lavoratori che gravitava intorno alla formazione studentesca ARSI, Associazione Rivoluzionaria Studentesca Italiana. Entrambi furono arrestati nella grande retata del 3 febbraio 1944 e uccisi alla Fosse Ardeatine il 24 marzo successivo.


Monday, July 21, 2008

Massimo D'Antona- Via Salaria

(English) Plaque devoted to Massimo D'Antona labour law professor at Sapienza University of Rome, and consultant for the Department of Work, killed by Red Brigades the 20 May 1999. D'Antona was born in Rome 11 April 1948, during his life teached at universities of Napoli, Catania and Rome, and was Chief Executive Officer of, ENAV, Ente Nazionale per l'Assistenza al Volo, (National Board for Air traffic control).
He was killed by Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, later involved in Marco Biagi assasination. Soon after the murder was retrieved the claim, articulated in fourteen sheets, like the claims used in seventies.
The D'Antona assasination, was the first act of Brigate Rosse after eleven years of inactivity, since Roberto Ruffili assasination. Three years later, the same cell, killed another jurist and expert of labour law, Marco Biagi. In 2003, during a normal railway police control, Galesi and Desdemona Lioce reacted again three police constable. In shooting followed remained killed police constable Emanuele Petri and Galesi.
Nadia Desdemona Lioce was condamned to life sentence by Corte d'Assise in 2005.
The plaque was placed in 2000, assasination first anniversary in the place of killing: Via Salaria, in front N°121, on the side of Villa Albani boundary wall. The simple plaque already presents the first signs of fading. The plaque inscription is completed with a quote from Horace non omnis moriar, literally I shall not entirely, Odes, III, 30,6.
An anonymous hand had added later, with three stripes of adhesive tape, the writing "honest man" "killed" "by the Red Brigades".

Here a translation of the plaque inscription:

IN THIS PLACE
IN THE NEIGHBOURHOOD OF HIS RESIDENCE
THE PROFESSOR MASSIMO D'ANTONA
ILLUSTRIOUS SCHOLAR OF LABOUR LAW
WAS ASSASINATED
BY TERRORIST HAND
IN THE FIRST ANNIVERSARY
OF THE TRAGIC EVENT
THE MUNICIPALITY OF ROME
PLACED FOR MEMORY AND MONITION
I SHALL NOT ENTIRELY DIE
1999 - 20 MAY - 2000
-
(Italiano) Targa in memoria di Targa in memoria di Massimo D'Antona, professore di diritto del lavoro presso l'Università Sapienza di Roma, e consulente al Ministero del Lavoro, ucciso dalle Brigate Rosse il 20 maggio 1999.
D'Antona era nato a Roma l'11 aprile 1948, e durante la sua vita aveva insegnato presso le università di Napoli, Catania e Roma, ed era stato amministratore delegato dell'ENAV, Ente Nazionale per l'Assistenza al Volo. Fu ucciso da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, succesivamente coninvolti nell'omicidio di Marco Biagi. Poco dopo l'omicidio venne fatta rinvenire la rivendicazione, composta da quattordici fogli, come quelle utilizzate negli anni'70.
L'omicidio D'Antona fu il primo atto delle Brigate Rosse dopo undici anni d'inattività, dall'omicidio di Roberto Ruffili. Tre anni dopo, la stessa cellula, assasinò un altro giuslavorista, Marco Biagi.
Nel 2003, durante un normale controllo della polizia ferroviaria, Galesi e Lioce reagirono contro i tre agenti di polizia. Nella sparatoria che seguì, rimasero uccisi l'agente Emanuele Petri e Galesi.
Nadia Desdemona Lioce fu condannata all'ergastolo dalla Corte d'Assise nel 2005.

La lapide fu posta nel 2000, al primo anniversario, e nel luogo, dell'omicidio: Via Salaria, di fronte al numero 121, sul muro di cinta di Villa Albania. La semplice targa presenta già i primi segni di scolorimento dell'iscrizione.
La targa si chiude con una citazione di Orazio non omnis moriar, che significa non morirò interamente, tratta dalle Odi, III, 30, 6. Una mano anonima ha in seguito aggiunto, con tre strisce di nastro adesivo, la scritta "Uomo onesto" "ucciso" "dalle brigate rosse".

IN QUESTO LUOGO
NEI PRESSI DELLA SUA DIMORA
IL PROFESSOR MASSIMO D'ANTONA
INSIGNE STUDIOSO DI DIRITTO DEL LAVORO
VENNE ASSASSINATO
DA MANO TERRORISTA
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DEL TRAGICO EVENTO
IL COMUNE DI ROMA
A RICORDO E MONITO POSE

NON OMNIS MORIAR
1999 - 20 MAGGIO - 2000


Tuesday, July 15, 2008

Pio Spaccamela - Via Piave

(English) Plaque in memory of Pio Spaccamela, general of Regio Esercito's Engineer Corps. He was born in Arpino, Frosinone, 30 December 1849 and died in Rome 11 December 1928.
Pio Spaccamela is another almost forgotten name, except fo a barrack in Udine and some streets (at Roma and Arpino).
The plaque, placed in Via Piave 49 and posed in 1930, presents the double notation for the year: gregorian calendar and Fascist Era (the year with roman numerals). This peculiar system of numeration (along the same lines of french revolutionary calendar) starts with the day of March on Rome, was introcude in 1926 and adopted in 1927.
Sapccamela was indeed a supporter to the came at power of National Fascist Party. And probably this is as well the motivation that motivated the municipality to devote a plaque to a general awarded with Golden Medal for a fact happened 30 years before.
The 23 April 1891, when he was a simple Capitain, he became protagonist, with Bersaglieri corporal Domenico Cattaneo, of the operation to reduce the effects of Vigna Pia powder magazine explosion.
Both Spaccamela and Cattaneo were seriously wounded, Spaccamela at the head and Cattaneo lost a leg, amputated for the injuries. They received the Golden Medal to Military Value the following 31 May.
Near Vigna Pia, an agrary school establihed by Pio IX in 1847 between Portuense and Magliana, in 1882, after the nazionalization of Church properties, was created a powder magazine for the recently built Fort Portuense.
The 23 april 1891, altough the Cattaneo and Spaccamela efforts, the esxplosion gravely damaged Vigna Pia. Damage occurred also in far buidings, like the Santa Maria della Luce church and the stained glass in Basilica of Saint Paul Outside the Walls.

Here a translation of the Golden Medal motivation:
The morning of 26 April 1891, while he was going to make studies out Porta Portese, (he was) informed that the powder magazine of Vigna Pia was about to explode, from one of the bersaglieri on guard, (who was) sent to main road to advise of th danger, (Pio Spaccamela) hastened to provide. Nonchalant of his one's life, just to avoid the catastrophe, he wanted to enter in the powder magazine itself, bu he couldn't , be lacking of the keys; howevere, after an attentive examination done in the middle of peril, persuaded of the impossibility to avoid the disaster, that he recognized as imminent, with awesome cold blood, (he) imparted opportune orders to attenuate the effects (of the disaster).
The last to retreat from the peril, he was invested by explosion at about 40 meter from the powder magazine, remaing horribly wounded at the head. Rome, 23 April 1891

Here a translation of the plaque inscription:

THE GENERAL
PIO SPACCAMELA
AWARDED WITH GOLD MEDAL
OF MILITARY VALOR
FOR THE HEROISM EXHIBITED
IN THE EXPLOSION OF POWDER MAGAZINE
AT VIGNA PIA
THE 23 APRIL 1891
DIED IN THIS HOUSE
THE 11 DECEMBER 1928 - 7TH (YEAR OF FASCIST ERA)
S·P·Q·R

1930                 9TH
-

(Italiano) Targa in memoria di Pio Spaccamela, generale del corpo del Genio del Regio Esercito, nato ad Arpino, Frosinone, il 30 dicembre 1849 e morto a Roma l'11 dicembre 1928. Pio Spaccamela è un altro nome quasi dimenticato, se non fosse per la caserma a lui intitolata a Udine, e qualche via (una a Roma ed una ad Arpino). La targa, situata in Via Piave 49, venne posta nel 1930, presenta l'anno con doppia notazione: anno gregoriano ed Era Fascista (L'anno con le cifre romane). Questo peculiare sistema di numerazione (sulla falsariga del calendario rivoluzionario francese) partiva dal giorno della Marcia su Roma, venne introdotto nel 1926, e il suo utilizzo iniziò l'anno successivo. Spaccamela era infatti tra i sostenitori dell'avvento al potere del Partito Nazionale Fascista. Probabilmente era anche questo il motivo che spinse l'amministrazione a dedicare una targa a questa medaglia d'oro, per un avvenimento successo quasi 30 anni prima.
Il 23 aprile 1891, allora semplice capitano, fu protagonista, assieme al caporale dei bersaglieri Domenico Cattaneo, delle operazioni per minimizzare gli effetti dell'esplosione della polveriera di Vigna Pia.

Entrambi rimasero gravemente feriti, Spaccamela al capo e Cattaneo ebbe una gamba amputata, ma riuscirono ad evitare danni più gravi. A loro fu conferita la Medaglia d'oro al Valor Militare il 31 maggio successivo. Presso Vigna Pia, originariamente una scuola di agraria voluta da Pio IX nel 1847 tra Portuense e Magliana, nel 1882, dopo la nazionalizzazione degli edifici appartenti alla Chiesa, era stata istituita un deposito di polveri per il Forte Portuense da poco costruito. Il 23 aprile 1891, nonostante gli sforzi di Cattaneo e Spaccamela, l'esplosione fu comunque tale da danneggiare gravemente l'edificio. Danni si ebbero anche in struttura lontane, come la chiesa di Santa Maria della Luce e le vetrate della Basilica di San Paolo fuori le mura.

La motivazione per la Medaglia al Valore:
Il mattino del 23 aprile 1891, mentre si recava ad eseguire studi fuori di Porta Portese, informato che la polveriera di Vigna Pia stava per scoppiare, da uno dei bersaglieri di guardia inviato sulla via maestra per avvertire del pericolo, vi accorse tosto per provvedere. Noncurante della propria vita pur di tentare di evitare la catastrofe, volle penetrare nella polveriera stessa, ma non lo potè mancandovi le chiavi ; però, dopo attento esame fatto in mezzo al pericolo, convinto della impossibilità di impedire il disastro, che riconobbe imminente, con mirabile sangue freddo, impartì ordini opportuni per attenuare gli effetti. Ultimo a ritirarsi dal pericolo, fu investito dallo scoppio a 40 metri circa dalla polveriera rimanendo orribilmente ferito al capo.
Roma, 23 aprile 1891.

IL GENERALE
PIO SPACCAMELA
DECORATO DI MEDAGLIA D'ORO
AL VALOR MILITARE
PER L'EROISMO DIMOSTRATO
NELLO SCOPPIO DELLA POLVERIERA
A VIGNA PIA
IL XXIII APRILE MDCCCXCI
MORÌ IN QUESTA CASA
L'XI DICEMBRE MCMXXVIII - VII

S·P·Q·R

MCMXXX                 IX


Saturday, July 5, 2008

Riccardo Grazioli Lante della Rovere - Piazza Grazioli

(English) In this case the definiction of "plaque" is in someways reductive, the better definition is a truly funeral monument hanged to a building. An probably, in the peculiar field of "memorial plaques", this is the most magnificent monument devoted to a single man, surely in Rome, probably in Italy (and maybe in the whole World). Green marble: the winged Victory, a bust of the fallen, bronze garlands, coat of arms, the inscription on a plaque in the shape of a sepulchre. Grandeur for a single, almost forgotten man, a younger officer, a second lieutant, fallen in n almost forgotten war: the Italo-Turkish War, the La Guerra di Libia. But the fallen man was posthumously awarded with a Gold Medal of Military Valor, and he came from two notable noble families of Rome, one, and centre Italy, the other: Grazioli and Della Rovere.
And the momunent is placed in Piazza Grazioli, on the outer wall of Palazzo Grazioli, his family builiding, so the magnificent is well explained.

Riccardo Grazioli fallen in the first actions of Italo-Turkish war, but the monument was place in April 1914, 2 years and half later on Riccardo's birhtday anniversary, three months before the first world war outbreak, and the plaque magnificent seems like an involontary prelude of first world war interventionism.

Riccardo Grazioli was born in Rome the 21 April 1887. He was graduated ensign at Livorno Naval Academy in 1907. Before Guerra di Libia outbreak he was detached at Regia Marina Command in Beijing.
At the war outbreak he was detached on ironclad ram Marco Polo, directed to Homs (today Al Khums) a port in Tripolitania.
The 23 October was assigned to a reconnaissance mission. But when he find that an artillery battery commander was wounded, and unable to lead his men, Grazioli take in charge the battery, reorganizig it, and entrust to other the charge to take back to the vessels with the informartions taken during reconnaissance.
Five days later, the landing artillery battery was attaccked by five hunderds men, and Grazioli was still at command. He fallen there, the position that he taken over, on his own initiative, five days before. Here a translation of the Golden Medal motivation:
The 23 October in Homs, after he boldly accomplished a mission on land on a soil shelled from enemy fire, (he) went ashore a second time to collect informations, (he) entrusted to others the duty to take back on board, and, with one's own initiative he hastened to substitute the landing battery.
(He) reanimated ed infused new dare in the men exhausted for causalties, the efforts and fasts; (he) provided to collect the heavily damaged material and, in spite of darkness of the night and the continuous enemy fire, trough great difficults of terrain, he conducted the battery at complete in retrenchments.
The 28 October, also in Homs,example to his yours (comraden) of heroic firmness, he commanded the landing battery of his ship exposing daringly to the enemy fire to command the fire, until he fallen deadly wounded. Homs, 23-28 October 1911


Funeral monument author was the sculptor Alcibiade Mazzeo.
In the centre there is a Winged Victory, dressed only with a thin veil, the left hand on a volume with "Italica Gens", Italian People on its cover. In the right there was probably a laurel wreath, today gone, remains only some leaves and berries. The gesture of right hand seems to crown, with the gone laurel the bust fo Grazioli on the left. The bust is in the form of an hight-relief. In opposition with the bust, the family coats of arms in the most magnificent forms, mounted with an helmet and sorrounded with a drape.
The central plaque, or, better, the stone monolith, is sorrounded with to palm leaves. At monument sides to other leaves wreath in bronze. The garland on the right with oaks and laurel, mounted with a star. On the left one with oaks and a not identified kind of leaves.
Here a translation of the plaque inscription:

THE (NAVAL VESSEL) SUB-LIEUTENANT
RICCARDO GRAZIOLI LANTE DE LA ROVERE
FALLEN AT HOMES THE 28 OCTOBER 1911
EMULATING ANCESTRAL DEEDS
BETWEEN HEROES COME TO LIFE AGAIN IN THE HISTORY
THE NATIONAL FEDERATION
VETERANS FROM HOMELAND BATTLES AND SERVICEMEN IN DISCHARGE
CONSECRATE
ROME, 21 APRIL 1914

-

(Italiano) In questo caso la definizione di "lapide" è in qualche modo riduttiva, quella più adatta è di un autentico monumento funebre appeso da un edificio. E probabilmente, nel particolare settore delle "targhe in memoria" rappresenta il più grandioso esempio di targa dedicata ad un singolo uomo, sicuramente in Roma, probabilmente in Italia (e forse nel mondo). Marmo verde: la Vittoria Alata, il busto del Caduto, corone e ghirlande di bronzo, l'iscrizione su una lapide in forma di sepolcro.
Grandiosità per un solo uomo, quasi dimenticato. Un giovane ufficiale, un sottonenente caduto in una guerra altrettanto quasi dimenticata: la guerra Italo-Turca, o di Libia.
Ma al caduto venne dedicata una Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria, e proveniva da due importante famiglie nobili di Roma, l'una, e del centro Italia, l'altra: i Grazioli ed i Della Rovere.
E il monumento è sito in Piazza Grazioli, all'esterno di Palazzo Grazioli, il palazzo della sua famiglia, la magnificenza della "lapide" è così spiegata.

Riccardo Grazioli cadde durante le prima azioni della Guerra Italo-Turca, ma il monumento fu posto nell'aprile 1914, due anni e mezzo dopo, nel giorno dell'anniversario della nascita di Grazioli; solo tre mesi prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la lapide rappresenta così un involontario preludio all'interventismo nella prima guerra mondiale.

Egli nacque a Roma il 21 aprile 1887. Venne nominato guardiamarina all'Accademia Navale di Livorno nel 1907. Prima dello scoppio della Guerra di Libia fu assegnato presso il Distaccamento della Regia Marina di Pechino. Allo scoppio della guerra era sottotenente di vascello sull'ariete corazzato Marco Polo, diretto ad Homs (oggi Al Khums) in Tripolitania.
Il 23 ottobre fu assegnato ad una missione di ricognizione. Quando trovò che il comandante di una batteria d'artiglieria da sbarco era ferito, ed incapace di guidare is suoi uomini, Grazioli prese il comando della batteria, riorganizzandola, ed affidando ad altri il compito di tornare a bordo copn le informazioni raccolte durante la ricognizione.
Cinque giorni dopo, quando la postazione d'artiglieria venne attaccata da 500 uomini, Grazioli si trovava ancora al comando. Cadde mentre rimaneva al comando che aveva assunto di sua iniziativa cinque giorni prima.
La motivazione per la Medaglia al Valore:
Il 23 ottobre ad Homs, dopo aver compiuto arditamente una missione a terra sul terreno battuto dal fuoco nemico, sbarcato una seconda volta per raccogliere notizie, affidò ad altri l'incarico avuto di portarle a bordo e di propria iniziativa accorse a sostituire il comandante della batteria da sbarco rimasto ferito.
Rianimò ed infuse nuovo ardimento negli uomini esausti per le perdite subite, le fatiche ed il digiuno; provvide a raccogliere il materiale gravemente danneggiato e, malgrado l'oscurità della notte e il non interrotto fuoco nemico, attraverso gravi difficoltà del terreno, ricondusse la batteria al completo nei trinceramenti.
Il 28 ottobre, pure ad Homs, esempio ai suoi di eroica fermezza, comandò la batteria da sbarco della sua nave esponendosi arditamente al fuoco nemico per dirigere il tiro, finché cadde mortalmente ferito.
Homs, 23 - 28 ottobre 1911


Autore del monumento fu lo scultore Alcibiade Mazzeo.
Al centro una Vittoria Alata, vestita solo di un velo sottile.
La sua mano sinistra poggia su un volume con "Italica Gens" sulla copertina. Nella mano destra probabilmente reggeva una corona d'allora, oggi perduta e di cui rimangono solo alcune foglie e bacche.
Il gesto della mano destra della Vittoria Alata sembra quello di coronare con la corona d'allora perduta il busto di Grazioli a sinistra.
Busto nella forma d'alto rilievo. In posizione opposta al busta lo stemma gentilizio della famiglia nella sua forma più ricca: circondato da un trappo e coronato da un elmo cavalleresco.
La lapide centrale, o meglio il monolite di pietra è circondato da foglie di palma. Ai lati del monumento due corone di foglie in bronzo. La corona di destra con quercia ed alloro, sormontata da una stella. Quella di sinistra con foglie di quercia, ed un altro ramo non identificabile.

IL SOTTOTENENTE DI VASCELLO
RICCARDO GRAZIOLI LANTE DE LA ROVERE
CADUTO AD HOMES IL 28 OTTOBRE 1911
EMULANDO AVITE GESTA
FRA GLI EROI RIVIVE NE LA STORIA
LA FEDERAZIONE NAZIONALE
REDUCI DI PATRIE BATTAGLIE E MILITARI IN CONGEDO
CONSACRA
ROMA 21 APRILE 1914