Friday, December 25, 2009

Alfredo De Luca - Via XX Settembre 42

(English) Plaque devoted to Alfredo De Luca, bomber pilot during the second Italo-Ethiopian War, placed on the house where he born, on the 9 August 1909.
De Luca died at Dukan, Ethiopia, 13 August 1936, 3 months after the end of the war. Alfredo De Luca is another almost forgotten name, except for two streets devoted to him: one in Rome, and one in Ischia, in the gulf of Naples.
Posthumously, he was awarded with a Gold Medal of Military Valor (Medaglia d'oro al Valor Militare)
Here a translation of the Golden Medal motivation:

Pilot of a multi-engine aircraft, volunteer in East Africa, during a long operational period he lavished with a dare ardor. (He) was example and a spur for everyone, volunteer everywhere and costantly to accomplish the most difficult and dangerous missions. The main battles to conquest the Empire knew his courage, his accurate acts of an expert bomber pilot and consciously bold. He took part to a bold flight that took the national colors in the Scioa Province, to the enemy capital. He accomplished more than 30 landings in the heart of Dancalia and Aussa, challenging the mortal risks to support an our convoy that was in very difficult conditions. In the sky of battle, in the generous anxiety to validly protect units that was seriously threatened, he lavished without limits in reiterate attacks, offhand to the enemy reaction. Sacrificed heroically his youth for the triumph of our Forces and for the Greatness of the Homeland.
Sky of Ethipia, December 1935 - august 1936; Duckan, 13 august 1936


The plaque, placed probably in 1936, is located in Via XX Settembre 42, and instead of a "fascist style", is realized in the typical style of the plaques placed during the 1870s and the 1880s:letter engraved in black on a plate of white marble, with a frame a grey marble.
The plaque is not well preserved, blackened due the smog.
The only "fascist" reminiscence is the the double notation for the year: gregorian calendar and Fascist Era (the year with roman numerals). This peculiar system of numeration (along the same lines of french revolutionary calendar) starts with the day of March on Rome, was introcude in 1926 and adopted in 1927.
Unusual is the double engraving for the "DE" in De Luca's name.
In the lower right part of the photograph you can notice an old street number plaque in maiolica (tin-glazed pottery) with the old street numeration; few of these street numbers survive in the today Rome.
Here a translation of the plaque inscription:


IN THIS HOUSE BORN
LIUTENANT PILOT
ALFREDO DE LUCA
GOLD MEDAL

THE SKIES OF ETHIOPIA
KNEW
HIS HEROIC BOLDNESS
AND SAW
HIS SUPREME SACRIFICE

ROME•9•AUGUST•1909 DVKAN•13•AUGUST•1936 - 14TH (YEAR OF FASCIST ERA)



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(Italiano) Targa in memoria di Alfredo De Luca, pilota di bombardiere durante la guerra d'Etiopia, situata sulla casa in cui nacque, il 9 agosto 1909.
De Luca morì a Duckan, Etiopia, il 13 agosto 1936, tre mesi dopo la fine della guerra. Un altro dei nomi quasi dimenticati, ad eccetto di due vie a lui intitolate: una a Roma, e l'altra a Ischia.
Postuma, gli venne assegnata la Medaglia d'oro al Valor Militare:
La motivazione per la Medaglia al Valore:
Pilota di apparecchio plurimotore, volontario per l'Africa Orientale, durante un lungo ciclo operativo si prodigò con ardito entusiasmo. Fu di esempio e di sprone a tutti, offrendosi ovunque costantemente per compiere le imprese più rischiose e più ardue. Le principali battaglie impegnate per la conquista dell'Impero conobbero il suo coraggio, la sua azione precisa e formidabile di bombardiere esperto e coscientemente ardito. Partecipò ad un ardito volo che portò i colori nazionali nello Scioa presso la capitale nemica: Compi oltre 30 atterraggi nel cuore della Dancalia e nell'Aussa, sfidando impavido i rischi mortali pur di appoggiare una nostra colonna che si trovava in condizioni particolarmente difficili. Nel cielo della battaglia, nell'ansia generosa di validamente proteggere reparti seriamente minacciati, si prodigava sempre senza limiti in reiterati attacchi, noncurante della reazione nemica. Immolava eroicamente la sua giovinezza per il trionfo delle nostre armi e per la grandezza della Patria: Cielo di Etiopia, dicembre 1935 -agosto 1936; Duckan, 13 agosto 1936

La targa, affissa probabilmente nel 1936, è situata in Via XX Settembre 42, e invece di uno "stile fascista" è realizzata con il tipico stile delle targhe poste tra gli anni '70 ed '80 dell'Ottocento: lettere nere su una lastra di marmo bianco, con una cornice di marmo grigio. La lapide non è ben conservata, ingrigita dallo smog.
L'unica reminiscenza fascista è 'anno con doppia notazione: anno gregoriano ed Era Fascista (L'anno con le cifre romane). Questo peculiare sistema di numerazione (sulla falsariga del calendario rivoluzionario francese) partiva dal giorno della Marcia su Roma, venne introdotto nel 1926, e il suo utilizzo iniziò l'anno successivo.
Inusuale è la doppia incisione per la "DE" del nome di De Luca.
Nella parte inferiore destra della foto si può osservare uno vecchi numeri civici in maiolica, con la vecchia numerazione della via; pochi di questi numeri sopravvivono nella Roma odierna.
IN QVESTA CASA NACQVE
IL TENENTE PILOTA
ALFREDO DE LVCA
MEDAGLIA D'ORO

I CIELI DI ETIOPIA
CONOBBERO
IL SVO EROICO ARDIMENTO
E VIDERO
IL SVO SVPREMO SACRIFICIO

ROMA•9•VIII•1909 DVKAN•13•VIII•1936 - XIV


Collegamenti - Links
  • http://www.quirinale.it/qrnw/statico/onorificenze/decorato.asp?id=13760&ono=20
  • http://www.larassegnadischia.it/Dizionario/voci/lettd.html

Sunday, November 15, 2009

Gabriel Drolin - Via dei Cappuccini 27


(English) Plaque devoted to brother Gabriel Drolin, among the first disciples of Jean-Baptiste de la Salle. Drolin lived in Rome between 1702 and 1728 to establish an Institute of the Brothers of the Christian Schools (the Roman Catholic teaching congregation founded by de la Salle in France in 1682) branch in Rome.
The plaque was placed in 2004, on the house in wich Drolin lived during his roman years, to remember the third centenary of Drolin's arrives in Rome (2002).
Here a translation of the plaque inscription:


IN THIS HOUSE LIVED
BROTHER GABRIEL DROLIN
LA SALLE FIRST DISCIPLE IN ROME
(HE) EDUCATED THE NEEDY CHILDHOOD
TO THE VALUES OF FAITH AND KNOWLEDGE

3RD CENTURY RECURRENCE
1702-2002
THE BROTHERS OF CHRISTIAN SCHOOLS



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(Italiano) Targa in memoria di fratello (frère) Gabriel Drolin, tra i primi discepoli di Jean-Baptiste de la Salle. Drolin visse a Roma tra il 1702 e il 1728 per fondare una filiazione romana dei Fratelli delle Scuole Cristiane (istituzione e congregazione cattolica dedita all'insegnamento fondata in Francia nel 1682 da de la Salle).
La targa venne posta nel 2004, sulla casa in cui Drolin visse durante i suoi anni romani, per ricordare il 3° centenario dell'arrivo di Drolin a Roma (2002).


IN QUESTA CASA ABITÒ
FRÈRE GABRIEL DROLIN
PRIMO DISCEPOLO DI LA SALLE A ROMA
EDUCÒ L'INFANZIA INDIGENTE
AI VALORI DELLA FEDE E DEL SAPERE

RICORRENDO IL 3° CENTENARIO
1702 – 2002
I FRATELLI DELLE SCUOLE CRISTIANE POSERO



Collegamenti - Links:
  • http://www.lasalle2.org/Italian/Events/2004/06may04.php
  • http://www.lasalleitalia.it/Portale/Notiziario/Inaugurazione%20targa%20Fr.%20Drolin/index.htm
  • http://dedalo.azionecattolica.it/Suggest.aspx?DocumentReference=9785&SourceSets=8

Pulizia delle strade - Via dei Cappuccini, 11A

Street cleansing - Via dei Cappuccini, 11A

(English) Antoher plaque devoted to forbid the cumulate garbage in the streets of Rome, that spreaded in Rome in the 18th century to discourage this practice. As the standard for these plaques is in italian language (with a pinch of roman dialect), instead of latin, normally used for all the plaques in Papal States age. In this case reports only the public act, no details to the punishment for the lawbreakers. Typically ten scudi (The scudo was the currency of the Papal States) and others corporal punishments, not specified.
Peculiar, in this case, the explanation that the prohibition is for "everyone of any rank". May, at time, some nobles and notables tried to ignore the edict. This plaque is placed beside number 11A in Via dei Cappuccini.
Here a translation of the plaque inscription:

FROM ORDER OF MONSIGNOR MOST ILLUSTRIOUS AND MOST REVEREND
PRESIDENT OF THE STREETS IT
IS FORBIDDEN TO EVERYONE
OF ANY RANK TO NOT
THROW OR TO MAKE THROW IN ALL
THIS SITE ANY KIND OF GARBAGE
UNDER THE PUNISHMENTS REPORTED
IN THE EDICT∙DATE OF THIS, DAY 14 AUGUST 1770
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(Italiano) Un'altra delle targhe che proibiscono di fare il "mondezzàio" nelle strade di Roma, diffusesi nella città XVIII secolo per scoraggiare questa pratica. Coma la norma di questa tipologia di targhe è in italiano (con una punta di romanesco), anziché in latino, normalmente utilizzato per tutte le targhe di epoca pontificia. In questo caso riporta solo l'editto, senza specifcare le pene a cui sarebbero andandati incontro i trasgressori; tipicamente dieci scudi (lo scudo era la moneta corrente ponitificia) ed altre pene corporali, non specificate.
Peculiare in questa targa, l'esplicitare che la proibizione si riferisce a "qualunque persona di qualsivoglia grado". Forse all'epoca, alcuni nobili e notabili avevano provato a ignorare la proibizione. Questa targa si trova accanto al N°11A di Via dei Cappuccini. Sulla targa "ILLMO" e "RMO" stanno per Illustrissimo e revrendissimo.


PER ORDINE DI MONS∙ILLMO E RMO
PRESIDENTE DELLE STRADE SI
PROIBISCE A QUALUNQUE PERSONA
DI QUALSIUOGLIA GRADO DI NON
GETTARE O FAR GETTARE IN TUTTO
QUESTO SITO IMMONDEZZA DI SORTE
ALCUNA SOTTO LE PENE ESPRESSE
NEL EDITTO∙DATO QUESTO DI XIV
AGOSTO MDCCLXX


Sunday, September 6, 2009

Genserico Fontana - Via Nomentana


(English) Plaque devoted to Genserico Fontana, carabineer (italian national gendarmerie) during the second world war, among the organizers of Resistance parties of carabineers. He was killed in the Fosse Ardeatine mass execuction, 24 march 1944. The plaque is placed in Via Nomentana 84, on the house in wich he lived.
Genserico Fontana was born in Rome 26 January 1918. He was gradutaed in jurisprudence, and later he joined the army in the Granateers corp. When the Italy entered in the second world war, he was a subliutenant in the Greek front. Here he obtained a War Cross for militay Valor. In 1942 he was promoted to the rank of Captain, and later transferred to the Carabineers. He obtained the command of L'Aquila garrison. After 25 July and the Mussolini imprisonment, he proposed to transfer the dictator from Campo Imperatore, an hotel on Gran Sasso Mountain, to Rodi isle in Egean Sea.
After the 8 Semptember, he moved to Rome, where he organized the "Nucleo Fontana", Fontana's unit, an organization of carbineers that joined the Resistance Fight. He was arrested the 10 December 1943, with carabineers lieutenant Romeo Rodriguez Pereira, after an informing. Transferred to Regina Coeli prison. Also the the brides of both Pereira and Fontana was later arrested.
After the Via Rasella bombing, he was selected to be executed in Fosse Aredeatine massacre.
Posthumously, he was awarded with a Gold Medal of Military Valor (Medaglia d'oro al Valor Militare)
Here a translation of the Golden Medal motivation:

In a time of dramatic difficulties for the Country, conscious of its solider's duties, he refused to cooperate with the enemy, and, with an harsh risk, he eluded the deportation, after he used with all his forces to put in safe good part oh his employees. Even knowing to be actively pursued he starded, between great difficulties and perils, the organization of an armed party, giving to his employees wide material and moral support. Careless about german notifications, he lavished tirelessly to transport and hide weapons necessary to his organization.Even knowing to be actively pursued he starded, between great difficulties and perils, the organization of an armed party, giving to his employees wide material and moral support. Careless about german notifications, he lavished tirelessly to transport and hide weapons necessary to his organization. Captured by an informing from a spy, altough submitted for months to deprivations and tortures, he keeped the most absolute silence, avoid to uncover the grassroots of the organization of wich he was the leading spirit. Any flattery, nor enticements from his jailers, made him deflect from the oath that he taken. Embraced only to the well of the Homeland, he gift his youth existence, confronting serenely the dead by exexution at Fosse Ardeatine. Luminous model of fidelty, honour and contempt for life. Clandestine resistance front, 8 October 1943 – 24 March 1944. .

This plaque was placed in 1946, and is quit different from the other plaques of Fosse Ardeatine victim. It's more like a First World War Hero Monument, than a Partisan's plaque. The high-relief with the Fontana's fac, like the head of a soldier in Rione Monti War Memorial, and in the background, two crossed palm leafs, symbol for the martyrs in christian iconography and symbol of Victory and (consequent) Peace in Ancient Rome and heraldry.
Also the plaque text is a bit differente, the reference to Fontana as a "Valiant fighter", and to the enemy as "age-old" enemy, probably to liken the nazi occupation to the Resurgence, Risorgimento, the italian unification against the austrian occupation.
So, probably, this plaque, can be considered the first citation of Resistance as a 2nd Resurgence for Italy.

Here a translation of the plaque inscription:


IN MEMORY AND GLORY OF
CARABINIERI CAPTAIN DOCTOR GENSERICO FONTANA
TWENTYSIX YEARS OLD FROM ROME - VALIANT FIGHTER IN OVERSEAS
BRAVE CONSPIRATOR - PROMOTER AMONG THE FIRSTS
OF ARMED PARTIES FOR CLANDESTINE FIGHT - BOLDLY INSURRECTED
AGAINST THE AGE-OLD ENEMY AND THE INTERNAL OPPRESSOR
AFTER THE JAIL - INFLICTED ALSO TO HIS BRIDE - AND THE TORTURES
WITH THE FOSSE ARDEATINE'S "320" BARBAROUSLY SLAYED
FOR THE PEOPLE FREEDOM AND THE SOCIAL REDEMPTION - THE 24 MARCH 1944
GOLD MEDAL TO MILITARY VALOR
ON THE HOUSE WHERE HE LIVED FRIENDS AND ADMIRERS PLACED 6-10-1946



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(Italiano) Targa in memoria di Genserico Fontana, carabiniere durante la seconda guerra mondiale, e organizzatore dei gruppi armati dello stesso corpo durante la Resistanza. Venne fucilato alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944. La targa è situata in Via Nomentana 84, sulla casa in cui visse.
Genserico Fontana nacque a Roma il 26 gennaio 1918. Laureatosi in Giurisprundeza, entrò nel Regio Esercito nel corpo dei Granatieri. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, come sottotenente dei Granatieri combatté sul fronte Greco, dove ottenne anche una Croce di Guerra al Valor Militare. Nel 1942 venne promosso al grado di Capitano e trasferito ai Carabinieri, dove ottenne il comando della guarnigione de L'Aquila. Dopo il 25 luglio e la cattura di Mussolini, propose il trasferimento del dittatore, da Campo Imperatore, sul Gran Sasso, a Rodi, nel mar Egeo.
Dopo l'8 settembre, sit rasferì a Roma, dove organizzò il "Nucleo Fontana", gruppi di carabinieri che si unirono alla Resistenza
Arrestato il 10 dicembre, su delazione, assieme al tenente dei carabinieri Romeo Rodriguez Pereira. Venne trasferito a Regina Coeli. Successivamente, anche le mogli di Pereira e Fontana vennerò arrestate.
Dopo l'attentato di Via Rasella, fu tra coloro che vennero scelti per essere fucilati alle Fosse Ardeatine.
Postuma, gli venne assegnata la Medaglia d'oro al Valor Militare:
La motivazione per la Medaglia al Valore:
In momenti di drammatiche difficoltà per il Paese, conscio dei suoi doveri di soldato, si rifiutava di collaborare coi nemico, e con grave rischio sfuggiva alla cattura per la deportazione dopo essersi adoperato con tutte le sue forze per mettere in salvo buona parte dei suoi dipendenti. Pur sapendosi attivamente ricercato iniziava tra enormi difficoltà e pericoli l’organizzazione di una banda armata, dando ai suoi dipendenti ampia assistenza morale e materiale. Incurante dei bandi tedeschi, si prodigava instancabilmente per trasportare e nascondere armi necessarie ai suoi organizzati. Catturato su delazione di spia sebbene sottoposto per lunghi mesi a privazioni e torture di ogni genere, manteneva il più assoluto silenzio evitando di far scoprire le fila dell’organizzazione di cui era l’animatore. Nessuna lusinga o allettamento dei suoi aguzzini lo faceva deflettere dal giuramento prestato. Compreso solo del bene della Patria donava la sua giovane esistenza affrontando serenamente la morte per fucilazione nelle Fosse Ardeatine. Luminoso esempio di fedeltà, di onore e sprezzo della vita. Fronte clandestino di resistenza, 8 ottobre 1943-24 marzo 1944

La targa in suo onore fu affissa nel 1946, e si presenta differente da quelle di altre vittime delle Fosse Ardeatine. È più simile a quella di un eroe di guerra della prima guerra mondiale: l'alto rilievo con il suo volto (come la testa di soldato nel monumento ai caduti del Rione Monti, e le due foglie di palma incrociate, simbolo del martirio nell'iconografia cristiana, e di Vittoria (e Pace conseguente) nell'antica Roma e nell'Araldica.
Anche il testo presenta delle differenze. Fontana è definito "Combattente valoroso" e il riferirsi all'occupazione nazista come "secolare nemico" serve, probabilmente, ad assimilare la Resistenza all'occupazione tedesca, al Risorgimento, l'unificazione italiana contro l'Impero Austriaco.
Quindi questa targa può essere considerata la prima citazione della Resistenza come il 2° Risorgimento dell'Italia.
ALLA MEMORIA E ALLA GLORIA DEL
CAPITANO DEI CARABINIERI DOTTOR GENSERICO FONTANA
VENTISEIENNE ROMANO - VALOROSO COMBATTENTE D'OLTREMARE
ANIMOSO COSPIRATORE - ORGANIZZATORE TRA PRIMISSIMI
DI BANDE ARMATE PER LA LOTTA CLANDESTINA - ARDITAMENTE INSORTO
CONTRO IL SECOLARE NEMICO E L'INTERNO OPPRESSORE
DOPO IL CARCERE - INFLITTO ANCHE ALLA SPOSA - E LE SEVIZIE
COI "320" DELLE FOSSE ARDEATINE BARBARAMENTE TRUCIDATO
PER LA LIBERTÀ DEL POPOLO E LA REDENZIONE SOCIALE - IL 24 MARZO 1944
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE
SULLA CASA DA LUI ABITATA AMICI ED AMMIRATORI POSERO IL 6-10-1946




Collegamenti - Links
  • http://www.anpi.it/uomini/fontana_genserico.htm
  • Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza italiana
  • Monday, December 29, 2008

    Mario de Bernardi - Via Panama, 86


    (English) Plaque devoted to Mario de Bernardi, aviator. He was a flying ace during the first world war, air racer and test pilot in the Twenties, the Thirties and the Forties. In the fifties he tried to put in production his idea a microlight aircraft, the Aeroscooter. Of this aircraft, designed by Luigi Pascale (under de Bernardi specifications) were build the three prototypes as Partenavia P.53 Aeroscooter.
    The plaque is placed in Via Panama 86, in the house where he lived since 1934, until his dead in 1959.
    The plaque was placed the 20 March 2006 (the plaque is signed 2005, probably was originally intendend to be affixed in 2005).
    Mario de Bernardi was born in Venosa, Potenza in 1893. He enslited in the army as volunteer in the Italo-Turkish war. Was during this war that italian army made the first use of air warfare: for recognition, artillery spotting and bombing purposes.
    Became an aviation enthusiast, De Bernardi obtained the flying license in 1914, after his returning in Italy. He joined the 1st Squadron, and, in 1916 he obtained the military flight license, and he was assigned to 75th Fighter Squadron when he obtained his first aerial victory.
    This victory is also recognized as the first aerial vicotry obtained by an italian pilot during the war. Later he worked has test pilot for the Pomilio aircraft factoy, and in 1917 he returned to the front in the 91st Squadron, (previously 2nd Regiment Piemonte Royal Cavalry), the same fighter group where was assigned Francesco Baracca, Italy's top fighter ace in the war.
    During the war he obtained nine aerial victories (ten, from other sources).
    After the war he worked as test pilot and director in Regia Aeronautica experimental and research centers of Guidona Montecelio, Furbara e Vigna di Valle.
    The 13 November 1926 he won, on a Macchi M.39, the Schneider Trophy race at Hampton Roads, Virginia.
    The next year, the race is ran on the 26 September, at Venezia Lido. De Bernardi is forced to retire with his Macchi M.52, but, some months later, 28 March 1928, on a Macchi M.52R he obtained a new airspeed record of 512,776 km/h, the first man to fly over 500 km/h.
    In 1931 he won the aerobatics world competition in Cleveland, Ohio, flying on a Caproni Ca.113 biplane. In this occasion he defeated some others great aviators, like Ernst Udet.
    In 1933, with five passenger, he flyed Rome-Moscow raid on a Caproni Ca.111. In these years, indeed, he was working at Caproni, as test pilot and technical consultant. Also he obtained some patents in aviation technology.
    De Bernardi, between 1940 and 1941, tested the Campini-Caproni C.C.2, the first italian "jet" (in fact was a motorjet/thermojet, a kind af jet engine based on an internal combustion engine, instead of a gas turbine).
    After the war he tried to put in production his idea of a light aircraft, the Aeroscooter.
    He died the 8 April 1959, for an heart attack, after a fly on his Aeroscooter, on Roma-Urbe airport. The attack occured during the fly, but de Bernardi could manage to perform a landing. Soon after he lost consciousness and died some minutes after.
    The same year the Pratica di Mare Air Force Base was entitled to him.
    His daughter, Fiorenza, was the first italian airliner pilot in 1967.
    The plaque, square, in granite with the engraved letters filled a red, presents a stylized geometric draw, along plaque's diagonal, in form of a wing, or a bird. On the plaque also engraved a verse by Gabriele d'Annunzio.
    The plaque was inaugurated the 20 March 2006, in the presence of Fiorenza de Bernardi, general Fabrizio Draghi, and Rome municipality representatives.

    Here a translation of the plaque inscription:

    IN THIS HOUSE LIVED
    FROM 1934 TO 1959
    THE
    GREAT AVIATOR
    MARIO
    DE BERNARDI
    1893-1959

    "THE WING MAKE SIMILAR
    TO THE THUNDERBOLT"
    (1928 G. D'ANNUNZIO)

    S.P.Q.R. 2005



    The Macchi M.39, identification number M.M.76, on wich de Bernardi won the Hampton Roads Schneider Trophy race, in 1926; the aircraft is preserved in Italian Force Museum at Vigna di Valle, Lake Bracciano, Rome

    Il Macchi M.39, matricola M.M.76, su cui de Bernardi vinse la gara del Trofeo Schneider di Hampton Roads, nel 1926; l'aereo è conservato al Museo dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle, Lago di Bracciano, Roma


    (Italiano) Targa in memoria di Mario de Bernardi, aviatore. Asso dell'aviazione durante la prima guerra mondiale, pilota da competizione e pilota collaudatore negli anni '20, '30 e '40. Negli anni '50 s'impegnò nel mettere in produzione un suo progetto di ultraleggero, denominato Aeroscooter. Di questo aereo, progettato da Luigi Pascale (sulle specifiche di Bernardi), furono costruiti tre prototipi come Partenavia P.53 Aeroscooter.
    La targa è situata in Via Panama 86, nella casa in cui visse dal 1939. fino alla sua morte nel 1959.
    La targa venne posta il 20 marzo 2006 (è comunque segnata 2005, probabilmente, era stata concepita per essere affissa nel 2005).
    Mario de Bernardi nacque a Venosa, Potenza, nel 1893. Si arruolò volontario nel Regio Esercito durante la guerra di Libia. Fu durante questo conflitto che il Regio Esercito fece il primo impiego della "guerra aerea": ricognizione, direzione del tiro delle artiglierie e bombardamento.
    Interessatosi all'aviazione, de Bernardi ottenne il brevetto di volo nel 1914, dopo il suo ritorno in Italia. Entrò quindi nella 1^ Squadriglia, e, nel 1916, ottenne il brevetto di pilota militare per essere assegnato alla 75^ Squadriglia da caccia, dove ottenne la sua prima vittoria.
    Questa vittoria è altresì riconosciuta come il primo abbattimento ottenuto da un pilota italiano durante la guerra. Successivamente lavorò come collaudatore per la Pomilio, per poi tornare al fronte nel 1917, nella 91^ Squadriglia (originariamente 2° Reggimento Piemonte Reale Cavalleria), la stessa squadriglia dove era assegnato Francesco Baracca, il più grande asso italiano della prima guerra mondiale.
    Durante la guerra ottenne 9 abbattimenti (10 secondo altre fonti).
    Dopo la guerra lavorò come pilota collaudatore e direttore tecnico nei centri sperimentali della Regia Aeronautica di Guidonia Montecelio, Furbara e Vigna di Valle.
    Il 13 novembre 1926 vinse, su un Macchi M.39, la gara del Trofeo Schneider di Hampton Roads, Virginia.
    L'anno successivo, la gara si tenne il 26 settembre, al Lido di Venezia. De Bernardi è costretto al ritiro con il suo Macchi M.52. Ma, alcuni mesi dopo, il 28 marzo 1928, su un Macchi m.52R, ottenne un nuovo record di velocità di 512,776 km/h, il primo umo a volare sopra i 700 km/h.
    Nel 1931 vinse la gara di acrobazia aerea di Cleveland, Ohio, volando su un biplano Caproni Ca.113. In questo evento mondiale, sconfisse altri grandi aviatori, come Ernst Udet.
    Nel 1933, con cinque passeggeri, effettuò il raid Roma-Mosca su Caproni Ca.111. Erano gli anni in cui lavorava alla Caproni come pilota collaudatore e consulente tecnico. Anni in cui ottenne anche alcuni brevetti in campo aeronautico.
    De Bernardi, tra il 1940 ed il 1941, collaudò il Campini-Caproni C.C.2, il primo aereo italiano a "reazione" (in effetti era un motogetto/termogetto, un motore a reazione basato su un motore a combustione interna, invece che su una turbina).
    Dopo la guerra provò a mettere in produzione la sua idea di aereo leggero, l'Aeroscooter.
    Morì l'8 aprile 1959, per un attacco di cuore, dopo un volo sul suo Aeroscooter, sull'aeroporto di Roma-Urbe. Colpito durante il volo, de Bernardi riuscì ad effettuare l'atterraggio. Persa conoscenza completato l'atterraggio, morì pochi minuti dopo.
    Lo stesso anno l'Aeroporto di Pratica di Mare venne intitolato a suo nome.
    Sua figlia, Fiorenza, fu la prima pilota di linea italiana, nel 1967.
    La targa, quadrata, in granito, con le lettere incise colorate di rosse, presenta sulla diagonale una figura geometrica stilizzata, nella forma di un'ala, o un uccello. Sulla targa anche un verso di d'Annunzio.
    La targa venne inaugurata il 20 marzo 2006, alla presenza di Fiorenza de Bernardi, generale Fabrizio Draghi ed alcuni rappresentati del comune di Roma.

    IN QUESTA CASA VISSE
    DAL 1934 AL 1959
    IL
    GRANDE AVIATORE
    MARIO
    DE BERNARDI
    1893-1959

    "CHE
    DELL'ALA FA L'EMULA
    DELLA FOLGORE"
    (1928 G. D'ANNUNZIO)

    S.P.Q.R. 2005




    Collegamenti - Links:

    Saturday, December 6, 2008

    Luigi Mercantini - Plaques in Arcevia, AN

    Luigi Mercantini - Lapidi nel comune di Arcevia, Provincia di Ancona



    (English) Plaque devoted to Luigi Mercantini (1821-1872) poet, teacher and patriot that lived in the years of Risorgimento, "Revival", the italian unification in the middle of XIX century. The plaque is placed in the main square of Arcevia, on the Town Hall Tower, in Corso Mazzini, 67. The Tower itself is covered of plaques devoted to the illustrious Arceviesi and historical events of Risorgimento and Resistance during the second world war.

    Luigi Mercantini was born in Ripatransone, Ascoli Piceno, 1821, and after the studies in Fossombrone he moved in Arcevia, where he teached rethoric for some years. Patriot and supporter of the italian unification effort, he take part in the defense of Ancona against the austrian forces, then, in exile became companion of many others italian patriot, like Daniele Manin. He returned in Italy, in Torino, in the 1852. In 1858 he met Giuseppe Garibaldi, and composes (on his invitation) on of his most famous lyric: the Garibaldi's Hymn, remembered in the Arcevia's plaque.

    But the Mercantini most famous lyric, that gave to him a fame behond his name, was composed 7 years later, after the failure of Pisacane expedtion in 1857.
    Carlo Pisacane was also an italian patriot, that one century before Che Guevara theorized the foco theory of revolution by way of guerrilla warfare, thinking that a small group of revolutionary, can set a revolt using, as lever, the people discontent. Carlo Pisacane tried and failed to set this kind of revolt in 1857, against the Kingdom of the Two Sicilies, in Sapri, Salerno. Soon after Mercantini composed a lyric, La spigolatrice di Sapri, " The gleaner of Sapri". The lyric fist verse is Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!, "They were three hundred, they were young and handsome, and they are dead!"; and for about a century in the italian primary school, the 300 most famous was probably the Piscane's 300, instead of the Leonidas' 300 spartans; due this lyric became a classic in the italian school. Probably very few remember the name of Mercantini, but surely everyone that attended in a primary school before the ninenties, remember the frist verse.
    Now this lyric, and Mercantini himself, are left behind due the rising revisionism on italian unification.

    Mercantini teached also in Bologna and at the university of Palermo, were he died in 1872.
    The plaque, placed the 24 May 1960, the year befor the first century of Italian unification, presents a bronze low relief with a Mercantini portrait.
    A plaques in the same style, devoted to Fernando Palazzi, scholar and writer, was placed, side by side to the plaque devoted to Mercantini, three years later.

    Here a translation of the plaque inscription:


    CELEBRATEING ITALY THE DEEDS OF THE THOUSAND
    ARCEVIA,
    HERE, WHERE TEACHED AT TWENTY YEARS
    FERVID OF THRILLS AND CANTOS,
    REMEBERS
    LUIGI MERCANTINI
    TO HIS ARDENT GARIBALDI'S HYMN
    EVOKES
    THE DEADS AND THE MARTYRS
    FOR THE CIVIC LIBERTIES
    24 MAY 1960                     G.T.



    -
    (Italiano) Targa in memoria di Luigi Mercantini (1821-1872), poeta, insegnante e patriota che visse negli anni del Risorgimento. La targa è situata sulla torre civica di Arcevia, nello stesso edificio che ospita il comune sulla piazza principale della cittadina, in Corso Mazzini 67. La torre civica stessa è coperta di targhe in memoria degli arceviesi illustri ed in ricordo degli eventi del Risorgimento e della Resistenza.

    Luigi Mercantini nacque in Ripatransone, Ascoli Piceno, nel 1821. Dopo gli studi in Fossombrone, si trasferì ad Arcevia come insegnante di retorica. Qui rimase per alcuni anni. Patriota e sostenitore della causa dell'unificazione nazionale, partecipò alla difesa di Ancona contro le forze austriache. Poi in esilio, conobbe altri patrioti, tra i quali Daniele Manin.
    Tornò in Italia nel 1852, a Torino. Nel 1858 conobbe Giuseppe Garbibaldi, e compose (su suo invito) uno dei componimenti più famosi l'Inno di Garibaldi, ricordato anche sulla lapide in Arcevia.

    Ma la poesia più famosa di Mercantini, che gli died una fama al di là del suo stesso nome, venne composta 7 anni dopo, per commemorare il fallimento della spedizione di Pisacane. Pisacane, altro patriota, un secolo prima di Che Guevara, teorizzò la dottrina del focolaio, come strumento per l'insurrezione. Riteneva che un piccolo gruppo di rivoluzionari potessero dar vita ad una grande insurrezione popolare facendo leva sul malcontento popolare. Nel 1857, Pisacane provò e fallì nel tentativo di dar vita ad un insurrezione contro il Regno delle Due Sicilie, presso Sapri, Salerno.
    Poco dopo Mercantini compose la poesia dal titolo La spigolatrice di Sapri. Il primo verso è «Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!»; e per un secolo, nelle scuole elementari italiane, i 300 più famosi erano, probabilmente, quelli di Pisacane, e non i 300 spartani di Leonida. La poesia era un classico della letteratura scolastica italiana.
    Probabilmente in pochi ricordano il nome di Mercantini, ma sicuramente molti di quelli che hanno frequentato le elementari prima degli anni'90 ricordano il primo verso
    Oggi, la poesia, e lo stesso Mercantini, vengono via via dimenticati per la crescente opera di revisionismo sul Risorgimento.

    Mercantini insegnò anche a Bologna, e presso l'università di Palermo, ove mori nel 1872.
    La targa, affissa il 24 maggio 1860, un'anno prima del primo centenario dell'unificazione italiana, presenta un bassorilievo in bronzo con un ritratto di Mercantini.
    Una targa nello stesso stile, in memoria di Fernando Palazzi, studioso e scrittore, venne posta a fianco di quella in memoria di Mercantini, 3 anni dopo.

    CELEBRANDO L'ITALIA LA GESTA DEI MILLE
    ARCEVIA
    QUI DOVE INSEGNÒ A VENT'ANNI
    FERVIDO DI PALPITI E CANTI
    RICORDA
    LUIGI MERCANTINI
    AL SUO ARDENTE INNO GARIBALDINO
    EVOCA
    I MORTI ED I MARTIRI
    SU LE CIVICHE LIBERTÀ
    XXIX-V-MCMLX                     G.T.



    Sunday, November 9, 2008

    Pulizia delle strade - Piazza in Piscinula, 8

    Street cleansing - Piazza in Piscinula, 8

    (English) Antoher plaque devoted to forbid the cumulate garbage in the streets of Rome, that spreaded in Rome in the 18th century to discourage this practice. As the standard for these plaques is in italian language (with a pinch of roman dialect), instead of latin, normally used for all the plaques in Papal States age. Also reports the public act and the punishment for the lawbreakers: ten scudi (The scudo was the currency of the Papal States) and others corporal punishments, not specified.
    This plaque is placed beside number 8 of Piazza in Piscinula, on the same building is placed another plaque in via Anicia.
    Here a translation of the plaque inscription:

    FROM ORDER OF MONSIGNOR MOST ILLUSTRIOUS AND MOST REVEREND
    PRESIDENT OF THE STREETS
    IT IS FORBIDDEN TO DUMP BRING
    AND SEND IN ALL THIS
    SQUARE THE RUBBISH
    OR TO MAKE A GARBAGE DUMP AT THE BOTTOM
    PUNISHMENT OF TEN SCUDI AND OTHERS
    CORPORAL AS WILL AS
    FROM THE EDICT DATE DAY 30
    DECEMBER 1763

    -
    (Italiano) Un'altra delle targhe che proibiscono di fare il "mondezzàio" nelle strade di Roma, diffusesi nella città XVIII secolo per scoraggiare questa pratica. Coma la norma di questa tipologia di targhe è in italiano (con una punta di romanesco), anziché in latino, normalmente utilizzato per tutte le targhe di epoca pontificia. Al solito riporta l'editto e la punizione per il trasgressore: dieci scudi (lo scudo era la moneta corrente ponitificia) ed altre pene corporali, non specificate.
    Questa targa si trova accanto al N°8 di Piazza in Piscinula, su quest'edificio è posta un'altra targa simile su via Anicia. Sulla targa "ILLMO" e "RMO" stanno per Illustrissimo e revrendissimo.


    D∙ORDINE DI MONS∙ILLMO E RMO
    PRESIDENTE DELLE STRADE
    SI PROIBISCE IL GETTARE PORTARE
    E MANDARE IN TUTTA QUESTA
    PIAZZA LE IMMONDEZZE
    O FORMARVI MONDEZZARO SOTTO
    PENA DI SCUDI DIECI ED ALTRE
    CORPORALI AD ARBITRIO COME
    DALL∙EDITTO IN DATA LI XXX
    DECEMBRE MDCCLXIII